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Fender Rhodes Mark II SeventyThree 73

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Tutto quello che c'è da sapere (da Wikipedia):

La storia

Il piano Fender Rhodes fu inventato negli anni quaranta da Leo Fender e Harold Rhodes; il suo principio di funzionamento è derivato sia dalla celesta sia dalla chitarra elettrica. L'azione è simile a quella di un pianoforte tradizionale, ma, mentre in quest'ultimo la pressione sui tasti causa la percussione di alcune corde metalliche da parte di un martelletto ricoperto di feltro, nel Fender Rhodes i martelletti ricoperti di feltro (sostituiti da martelletti di plastica con estremità in neoprene, a partire dagli anni settanta) percuotono sottili cilindretti metallici (in pratica, dei fili metallici), chiamati tine, per creare un suono metallico. Questi sono accoppiati, in modo simile ai due rebbi di un diapason, con sbarre metalliche ritorte e accordate, poste sopra ogni tine, con cui entrano in risonanza creando un effetto morbido e gradevole. Nel corso degli anni sono state prodotte varie versioni di Fender Rhodes, denominate MKI, MKII, MKIII ecc., a seconda dei materiali utilizzati e dei nuovi processi impiegati per la loro produzione.

Meccanismo generatore del suono

Le "forchette" accordate sono "sbilanciate" o asimmetriche: un braccio consiste di una corta e rigida barra metallica cilindrica (essenzialmente un cavo rigido) chiamata tine, che viene colpita dal martelletto, la cui lunghezza determina l'intonazione della nota, formando l'onda sinusoidale fondamentale, mentre l'altro braccio è un risuonatore accordato la cui forma ricorda una specie di lingotto metallico, che contribuisce alla formazione del contenuto armonico del suono. La nota prodotta, proprio come avviene nella chitarra elettrica, viene trasformata in segnale elettrico dai pickup magnetici posti di fronte ad ogni tine. L'uscita dei pickup viene portata in ingresso a un amplificatore che può essere regolato all'intensità desiderata.

Non essendo presenti corde o altri elementi soggetti a tensione, lo strumento non ha bisogno di essere accordato, nemmeno dopo il trasporto, caratteristica che insieme al minore peso e ingombro e la possibilità di essere amplificato lo ha reso inizialmente popolare come alternativa al pianoforte per l'utilizzo nei concerti, nonostante la oggettiva differenza timbrica.

Meccanismo di generazione del suono tramite martelletti che percuotono barra metallica

Il suono prodotto ha le caratteristiche simili a quelle di un'onda triangolare, con grande quantità di energia sulla fondamentale e contenuto armonico che, se non si esagera con la dinamica d'esecuzione, non è troppo presente; se il musicista suona con più energia, il contenuto armonico aumenta in maniera significativa, conferendo allo strumento una caratteristica risposta alla dinamica esecutiva. Volendo semplificare, il timbro ha molto in comune con quelli della celesta o del glockenspiel. Dato che il suono è amplificato elettricamente, il segnale può essere quindi elaborato per aggiungere molti diversi colori timbrici.

Spesso il segnale viene elaborato attraverso un effetto sonoro costituito da un modulatore d'ampiezza a bassa frequenza sull'uscita stereofonica, erroneamente chiamata vibrato (in realtà, è un tremolo), che sposta il segnale avanti e indietro tra canale destro e sinistro; è questo suono "arrotondato" che viene più tipicamente identificato come il suono Rhodes e che si può ascoltare ad esempio in molte delle canzoni di Stevie Wonder. Il preamplificatore con il panning stereo è incorporato nei piano elettrici originali Fender Rhodes e dal 1970 nei modelli "a valigia"; il modello "da palcoscenico" manca del preamplificatore e della cassa con gli altoparlanti amplificati.

Nel 1977 e durante gli anni ottanta divenne popolare un set di modifiche al piano fatte dalla compagnia Dyno My Piano di Chuck Monte. Tali modifiche resero il suono più brillante, più duro e più simile a quello delle campane. Tale suono si può ascoltare in molti album di quel periodo. Le modifiche evidenziarono maggiormente le caratteristiche del suono Rhodes, ad esempio: se le note sono suonate con forza, il suono diventa meno dolce, dato che la distorsione non lineare crea un "ruggito" o "ringhio" caratteristico del sovraccarico. I musicisti più esperti sanno sfruttare questo contrasto tra suono dolce e duro per creare esecuzioni particolarmente espressive.

SKU UST_1069787